Il bullismo omofobico

di Rosa Olga Nardelli

Questo articolo è l’ideale prosecuzione dell’articolo “L’identità sessuale”.

Sempre più spesso si sente parlare di bullismo, di omofobia, di intolleranza ma il più delle volte lo consideriamo come qualcosa di assolutamente distante da noi o qualcosa che non ci riguarda; in realtà è qualcosa che ci riguarda sempre o, comunque, che ci prende in causa o come diretti interessati o come coloro che assistono o ne hanno una diretta azione.

Per definizione, il bullismo omofobico comprende tutti gli atti di prepotenza e abuso (offese verbali, discriminazioni, minacce e aggressioni verbali e fisiche) che si fondano sull’omofobia, rivolti a persone percepite come omosessuali, bisessuali o atipiche rispetto al ruolo di genere. Il bullismo omo-bi-transfobico colpisce ogni persona che venga percepita o rappresentata come “fuori” dai modelli di genere normativi. Il bullismo omo-bi-transfobico tocca principalmente l’identità di genere e il ruolo di genere.

Può presentarsi sotto diverse forme. La più frequente è quella verbale: insultare qualcuno chiamandolo “ricchione”, “frocio”, “checca”; prendere in giro per atteggiamenti ritenuti troppo effemminati (per un maschio) o troppo mascolini (per una ragazza); fare telefonate di scherno o insulti; minacciare. È diffusa anche una forma fisica di bullismo: aggressioni di diversa entità (spintoni, pugni, calci); danni ai suoi oggetti personali; umiliazioni fisiche a sfondo sessuale, che possono sfociare anche in violenze sessuali di gruppo.

Queste forme dirette di bullismo sono piuttosto semplici da individuare (sebbene la vergogna che l’adolescente prova può già portarlo a nasconderne i segni); vi sono però delle forme meno dirette, meno esplicite (forma psicologica): escludere qualcuno da un gruppo, isolarlo; farlo sentire a disagio; diffondere pettegolezzi rispetto la sua condotta sessuale o il suo orientamento (es. scritte sui muri o sulla lavagna, bigliettini, etc.); cyber-bullismo (es. mandare foto o sms inappropriati a qualcuno, creare un blog o una pagina facebook di scherno.

Cosa rende specifico il bullismo omofobico?

  • Difficoltà a chiedere aiuto agli adulti (con vissuti di ansia e vergogna);
  • difficoltà di sostegno e protezione tra i pari (“se difendo il mio amico o se dico di essere un suo amico, anch’io verrò considerato omosessuale”);
  • coinvolgimento diretto o indiretto di insegnanti e genitori con possibili pregiudizi derivanti da un clima di omofobia diffuso in un dato contesto (es. atteggiamenti di sottostima delle difficoltà, negazione dell’accaduto, atteggiamento espulsivo di allontanamento, propositi di cura);
  • appoggio della società, alimentato dal clima di omofobia;
  • effetti negativi sull’identità stessa della persona poiché va ad intaccare il sé psicologico e sessuale.

Quali possono essere gli effetti emotivi e comportamentali del bullismo omofobico?

  • Scarsa autostima;
  • ritiro ed isolamento sociale;
  • assenteismo e ritiro scolastico, con conseguenze sulla prestazione scolastica;
  • uso di sostanze e/o comportamenti sessuali a rischio;
  • problemi di salute mentale (disturbi d’ansia, depressione, autolesionismo, suicidio).

Anche un “semplice” insulto omofobo, come “frocio”, “lesbica”, etc. che avviene davanti ad un insegnante che non interviene può mettere in moto un pericoloso circolo vizioso: da un lato l’adolescente si sente ferito per l’insulto e potenzialmente esposto ad altri atti di bullismo, ma soprattutto sperimenta un senso di abbandono da parte delle istituzioni che dovrebbero tutelarlo; dall’altro lato, i bulli si sentiranno ancora legittimati nei loro comportamenti poiché rimasti impuniti.

L’identità sessuale

di Rosa Olga Nardelli

Questo articolo è l’ideale premessa per l’articolo “Il bullismo omofobico”.

L’identità sessuale costituisce un tassello fondamentale della propria identità, al pari, per esempio, della professione, del luogo in cui si vive, delle proprie origini, ecc… Nel definire una persona, nel definire noi stessi, chi siamo, non possiamo prescindere anche dalla nostra identità sessuale.

Da un punto di vista scientifico, l’identità sessuale è un costrutto multidimensionale, cioè è costituito da più aspetti:

  • L’identità biologica, ovvero il sesso biologico di un individuo, definito al momento del concepimento.
  • L’identità di genere, ovvero come io mi rapporto a me stesso. È la personale percezione di sentirsi appartenere al genere maschile o al genere femminile. Nella maggior parte delle persone l’identità di genere coincide con l’identità biologica; nei casi di disforia di genere, invece, non c’è corrispondenza tra il sesso biologico e l’identità di genere e la persona prova disagio e malessere nella propria identità biologica.
  • Il ruolo di genere, ovvero come io mi rapporto alla società e come la società si rapporta a me. È la manifestazione pubblica dell’identità di genere, ed è costituita da tutte le credenze ed aspettative inerenti a ciò che viene considerato adeguato per una femmina e per un maschio. Il ruolo di genere è strettamente collegato al contesto sociale, culturale, storico-geografico in cui una persona si muove.
  • L’orientamento sessuale, ovvero come mi rapporto ad un’altra persona. Si definisce orientamento sessuale un modello stabile di attrazione emotiva, romantica e/o sessuale verso un’altra persona; a seconda del sesso biologico dell’altro avremo tre orientamenti sessuali: eterosessuale, bisessuale, omosessuale (American Psychological Association, 2008). È una caratteristica propria dell’individuo che si esprime nella relazione con l’altro ed è connessa ai bisogni di sicurezza e sociali quali i bisogni di amore, affetto ed intimità.

La definizione di identità sessuale apre una riflessione sulle dinamiche sociali e culturali che riguardano il corpo e la sfera dell’affettività. Il genere e, di conseguenza, ciò che significa “essere uomo” e “essere donna” viene costruito socialmente e culturalmente in un dato tempo e in un determinato spazio, quindi, come tale, assume significati diversi a seconda del contesto. Nella vita quotidiana gesti e azioni avvengono in un quadro normativo rigido che produce i corpi sessuati ed esclude la devianza dalla norma. La cultura occidentale è costruita intorno ad un modello definito “eteronormativo” della relazione tra i generi, in una logica binaria che regola rigidamente le aspettative e tutto ciò che si ritiene adeguato per i maschi e per le femmine rispetto ai comportamenti, alle scelte, al corpo, alla sessualità e alla riproduzione.

Questo modello possiamo considerarlo alla base tanto del sessismo quanto dell’omofobia, atteggiamenti entrambi che concorrono a legittimare e giustificare la violenza. Inoltre, questa premessa ci è utile anche per capire le radici del bullismo omofobico e il motivo per il quale è necessario prevenirlo e arginarlo.