L come Lesbian, G come Gay, etc. etc.

di Rosa Olga Nardelli

Già da un po’ di tempo è sulla bocca di molti l’acronimo LGBT. Alcuni ci aggiungono un + e diventa LGBT+, altri una E (LGBTE), altri ancora una Q (LGBTQ), altri addirittura mettono tutto insieme e formano LGBTEQ+ e via via in varie combinazioni. 

Ma cosa significano queste lettere messe insieme e, soprattutto, perché è così importante per coloro che si occupano di questi temi?

Fino agli anni ‘60 non c’era un termine preciso che definisse le persone “non eterosessuali”, se non con un significato dispregiativo (es. sodomiti o terzo sesso). Successivamente, negli anni ’80, per definire le persone omosessuali, bisessuali, transessuali, etc. si è iniziato a usare genericamente l’espressione comunità gay, ma col passare del tempo si è fatta avanti la necessità di trovare un termine più comprensivo che rendesse merito alla diversità, intesa come valore e che permettesse a ciascuno di identificarsi all’interno di tale comunità. 

La sigla più comunemente usata oggi è LGBT e sta per Lesbian, Gay, Bisexual, Transexual ma non è solo un acronimo, bensì un vero e proprio termine collettivo che viene usato per indicare la comunità intera e nel quale le persone omosessuali, bisessuali e transessuali ormai si riconoscono appieno. Si tratta di un mondo davvero grande, ancora non completamente esplorato e, talvolta, difficile da comprendere, ma l’obiettivo resta quello che tale acronimo possa rappresentare una realtà tanto complessa quanto eterogenea. Man mano, la sigla si è fatta più inclusiva e si sono aggiunte varie lettere, ognuna delle quali racconta un pezzo della comunità.

Vediamo quali sono queste lettere, il cui ordine può essere variabile.

L di lesbian, G di gay e B di bisexual – La L, la G e la B sono lettere che parlano dell’orientamento sessuale, ovvero “di chi una persona si innamora”.

T di transexual e transgender – La lettera T fa riferimento all’identità di genere, ovvero a come una persona si sente rispetto a sé e al proprio corpo. È una lettera molto importante per la comunità, dal momento che le persone transessuali, in quel famoso bar di Stonewall (New York) nel 1969, di fatto hanno dato origine al movimento di liberazione LGBT: in un certo senso, è anche grazie a loro che oggi possiamo parlare di questi temi, rivendicando il diritto ad essere ciò che siamo: omosessuali, transessuali, ed anche eterosessuali.

E di eterosexual – La sigla non è riconosciuta solo dalla comunità omosessuale, bisessuale e transessuale, ma ormai anche le persone eterosessuali utilizzano questo acronimo, anzi talvolta viene aggiunta la lettera E proprio di eterosexual, LGBTE.

Q di queer o di questioning – La lettera Q può avere due valenze, queer oppure questioning, tant’è che a volte si usa la sigla LGBTQQ oppure LGBTQ?. La parola queer inizialmente aveva una valenza dispregiativa e offensiva (l’equivalente all’italiano frocio), mentre oggi è un termine generico traducibile con eccentrico, strano, insolito, un cosiddetto termine ombrello che racchiude in sé l’esperienza di coloro che non si identificano all’interno delle definizioni tradizionalmente usate per l’orientamento e l’identità di genere. La Q però può avere anche il significato di questioning (ed eventualmente può essere sostituito con un punto di domanda) e racconta di quelle persone che non sono ancora sicure del proprio orientamento o, in particolare, della propria identità di genere.

I di intersexual – L’intersessualità è una condizione fisica e descrive quelle persone i cui caratteri sessuali primari e/o secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili; si tratta di una condizione clinica per la quale un tempo si usava il termine ermafrodita (ora considerato poco comprensivo della varietà che l’intersessualità presuppone) e che può avere origine di varia natura (fisica, ormonale, genetica, legata ad una sindrome, etc.). Anche le persone intersessuali possono essere comprese nella sigla LGBTI.

A di asexual – Con l’aggiunta della A (LGBTA) si parla di asessualità, una condizione ascrivibile all’orientamento sessuale; riguarda coloro che non provano attrazione sessuale per nessun genere, oppure provano un’attrazione esclusivamente romantica.

Non è difficile, infine, vedere che la sigla sia completata da un segno + (LGBT+). Tale segno probabilmente è quello più onnicomprensivo di tutti, poiché racconta che, all’interno della comunità, tutti, ma proprio tutti possono essere rappresentati: più di ogni altra lettera, rende l’idea che ogni esperienza umana abbia valore tanto quanto le altre e, probabilmente, proprio questo piccolo segno ci può insegnare l’importanza della comprensività e dell’integrazione.

Ecco perché è così importante, per gli attivisti, usare e far usare questa sigla, per dare dignità e valore alla diversità e all’eterogeneità, per comprendere che nella diversità è insita la bellezza dell’umanità.

Non importa, dunque, a quale lettera si appartiene o in quale sigla ci si riconosce, quale combinazione di lettere si voglia usare, ma è importante tenere a mente che dietro le sigle ci sono Persone, con la P maiuscola.